Interventi mininvasivi per il trigemino

La nevralgia del trigemino è una patologia caratterizzata da dolore facciale intenso e improvviso. Quando i farmaci non sono più efficaci, si possono considerare gli interventi percutanei, tecniche minimamente invasive che riducono il dolore agendo direttamente sul nervo trigemino. Questi trattamenti sono particolarmente indicati per pazienti anziani o con condizioni mediche che rendono rischiosa una chirurgia più invasiva. Per garantire un posizionamento preciso, viene utilizzata la fluoroscopia, una tecnica radiologica che fornisce immagini in tempo reale, consentendo al chirurgo di controllare ogni fase dell’intervento.

Vantaggi degli Interventi Percutanei

  • Minima invasività: si eseguono attraverso un sottile ago inserito nella guancia fino al ganglio trigeminale, mentre per la tecnica con palloncino si utilizza una cannula di calibro maggiore.
  • Anestesia locale: evita la necessità di anestesia generale per la maggior parte delle tecniche, ad eccezione della compressione con palloncino, che spesso la richiede.
  • Recupero rapido: spesso il paziente può tornare a casa in giornata.
  • Alto tasso di successo: l’80-90% dei pazienti ottiene sollievo immediato.
  • Possibilità di ripetizione: se il dolore ritorna, la procedura può essere ripetuta.

Principali Tecniche Percutanee

1. Rizotomia a Radiofrequenza

Questa tecnica utilizza un elettrodo che, tramite il calore, crea una lesione selettiva nelle fibre nervose che trasmettono il dolore. Il paziente viene leggermente sedato e, attraverso test elettrici, il chirurgo identifica il punto esatto da trattare. Il sollievo è immediato, ed il benessere che ne consegue può durare molti anni ed è ripetibile.

2. Rizotomia con Glicerolo

Si inietta una piccola quantità di glicerolo nel ganglio trigeminale, che si diffonde attorno alle fibre nervose, alterandone la conduzione del segnale doloroso. Il glicerolo agisce come un agente chimico che danneggia selettivamente le fibre responsabili della trasmissione del dolore, senza compromettere in modo significativo la funzione sensoriale generale. Questo processo riduce la sensibilità del nervo agli stimoli dolorosi, portando a un sollievo duraturo dal dolore, con un rischio minimo di effetti collaterali. È la tecnica meno invasiva e spesso utilizzata nei pazienti più fragili. Il sollievo può durare diversi anni, con effetti collaterali minimi.

Un’altra tecnica, sebbene oggi meno utilizzata, è l’alcolizzazione del ganglio trigeminale, che prevede l’iniezione di alcol assoluto per distruggere selettivamente le fibre dolorifiche. Sebbene efficace, questa procedura è meno controllata rispetto alla rizotomia con glicerolo e può comportare un rischio maggiore di effetti collaterali, come intorpidimento facciale prolungato.

3. Compressione con Palloncino

Si introduce un sottile catetere con un palloncino attraverso una cannula fino al ganglio trigeminale e lo si gonfia temporaneamente per comprimere le fibre nervose responsabili del dolore. Questo processo altera la trasmissione del segnale doloroso, offrendo un sollievo immediato. Rispetto alle altre tecniche percutanee, questa procedura è più traumatica, poiché esercita una pressione diretta sulle fibre del nervo, con un rischio maggiore di effetti collaterali come intorpidimento facciale o debolezza muscolare temporanea. Per questo motivo, viene spesso eseguita in anestesia generale per garantire il massimo comfort al paziente. L’effetto del trattamento può durare per anni, anche se alcuni pazienti possono sperimentare una temporanea riduzione della sensibilità nella zona trattata. Seguendo il link, si trovano maggiori dettagli ed un’immagine che mostra il palloncino nel ganglio trigeminale.

Conclusioni

Gli interventi percutanei rappresentano un’opzione efficace e minimamente invasiva per chi soffre di nevralgia del trigemino resistente ai farmaci. Agiscono direttamente sulle fibre nervose responsabili del dolore, interrompendone la trasmissione e garantendo un sollievo immediato nella maggior parte dei pazienti. Grazie alla loro sicurezza e rapidità di esecuzione, migliorano la qualità della vita riducendo la dipendenza dai farmaci analgesici.

Queste tecniche, eseguibili in anestesia locale o generale a seconda del metodo scelto, permettono di trattare anche pazienti anziani o con condizioni mediche complesse. Pur con possibili effetti collaterali, come una temporanea riduzione della sensibilità, offrono un’alternativa valida alla chirurgia più invasiva. Inoltre, in caso di recidiva del dolore, l’intervento può essere ripetuto o si possono valutare altre strategie terapeutiche.

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